E' il non accontentarci
la nostra dimensione.
Quella che ancòra ad un letto
impotente nei gesti
sfiniti nei pensieri
di membra dolenti.
E' l'ipocrisia che bandiamo
puntando il dito
dimenticando la nostra
diversa eppur identica.
Maschere a nascondere
il volto del malessere
le rughe della sofferenza
sublimando il nostro dolore
amplificando sbraghi dentro.
Quasi a suscitare empatia
crogionaldoci nel nostro male
sperando in quella mano
a sollevare mentre sai
non arriverà, impegnata anch'essa
a tenere salda la propria
ipocrisia del vivere
e non più sopravvivere.
Respiri, annaspando,
cercando di dimenticare morsi
di cane rabbioso che ingoiano
cuore senza masticarlo.
Eppure le senti le mascelle
strappare pezzi di carne
un morso alla volta.
Impotente resti,
nella tua quotidiana ipocrisia
non scelta, ma a te riservata
non dal fato, non dal destino
ma solamente da te stesso.
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Il più grande condottiero è colui che vince senza combattere.[Sūnzǐ Bīngfǎ, 孫子兵法]